Big data e l'era del web 3.0


Big data e l’era del Web 3.0: un binomio pressoché perfetto.

Avrete certamente già sentito il termine Big data, ma cosa vuol dire? E perché dovrebbe interessarci? Proviamo a spiegarvelo qui:

Per Big data si intende una raccolta di dati cosi estesa in termini di volume, velocità e varietà da richiedere tecnologie e metodi analitici specifici per l’estrazione del valore.

Internet e l’uso oramai quotidiano che ne facciamo, grazie anche all’avvento di strumenti come smartphone e tablet, fa si che oggi sulla rete sia presente una quantità di informazioni enorme. Questa quantità di informazioni, che ogni giorno viaggia e transita attraverso internet, proviene da fonti eterogenee, non si tratta solo di dati strutturati, come i database, ma anche non strutturati, come e-mail, immagini, dati di geolocalizzazione, le parole inserite nel motore di ricerca e ancora, informazioni provenienti dai social network.

Recenti studi condotti dall’Università di Cambridge hanno dimostrato come per una “macchina” sia possibile ottenere informazioni su un individuo semplicemente analizzando i “mi piace” di quest’ultimo. Dunque il termine Big data ci riguarda molto da vicino, chiunque utilizzi internet contribuisce alla creazione di questo volume enorme di informazioni; nei Big data ci siamo noi: le nostre ricerche, le nostre curiosità, il nostro lavoro, le nostre amicizie.

Ogni qualvolta utilizziamo internet o una Web App lasciamo una piccola traccia, a volte però non ci rendiamo conto del valore che quella piccola traccia possa avere. I Big data infatti sono un argomento interessante per molte aziende, negli ultimi anni sono stati investiti miliardi di dollari per finanziare lo sviluppo di software in grado di gestire e analizzare i dati. Un valore aggiunto a un mercato che è cosi in grado di sapere cosa desideriamo, conosce i nostri gusti e ci propone il prodotto su misura per noi.

Ma come ogni innovazione dopo i pro subentrano i contro, e con loro la necessità di dover regolare e controllare qualcosa di nuovo.
Ci si domanda: l’utente è sempre consapevole dei dati che fornisce quando naviga nel Web e di come quei dati verranno utilizzati? Le informative presenti in Internet sono complete ed esaustive? L’utente ha chiaro cosa accetta quando clicca “accetto”? Ma non solo, questi dati dove e come vengono conservati? Chi garantisce la loro sicurezza e inviolabilità? Quesiti dell’era web 3.0 .

Nelle aziende (di qualsiasi settore) nasce la consapevolezza di adottare policy ben definite sul fronte delle risorse informatiche. L’innovazione in materia di privacy e sicurezza dei dati non coinvolge solo il nostro paese, ma la questione supera ovviamente i confini nazionali, recentemente la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha dichiarato inadeguata la tutela dei dati (appartenenti a noi Europei) adottata dagli Stati Uniti, parliamo quindi di aziende come Facebook e Google. I dati degli Europei devono rimanere sul suolo Europeo, questa la decisione, per quanto intangibili, i BigData hanno un valore immenso, e va tutelato. Vedremo cosa risponderanno i “Big del Web”.


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