Sottrazione internazionale di minore: un fenomeno in crescita


Il fenomeno della sottrazione internazionale di minore si verifica sempre più frequentemente. Il continuo aumento dei casi di sottrazione internazionale è riconducibile alla semplicità con la quale oggi è possibile attraversare le frontiere, oltre all’aumento progressivo di unioni tra partner di diversa nazionalità. Al momento della separazione, proprio la diversa nazionalità dei partner dà origine a questioni giuridiche complesse, in merito all’affidamento dei figli, che si riconducono alle diverse legislazioni dei rispettivi Stati.

Tale fenomeno è ampliamente affrontato dalla normativa, tuttavia, l’argomento rimane sempre di difficile risoluzione, proprio per la delicatezza e la complessità nella quale si verificano situazioni simili.

Non sono rari i casi in cui uno dei due coniugi porti via con sé i propri figli nel paese di origine, magari giustificando la partenza al proprio partner come un normale viaggio di visita ai parenti, ma contrariamente a quanto sperato non abbia intenzione di fare ritorno, trattenendo con sé anche i bambini, che in questi casi sono senz’altro delle vittime.

Proprio alla scopo di tutelare l’interesse dei minori è stata varata la “Convenzione per la tutela dei minori e la cooperazione in materia di adozione internazionale”, meglio conosciuta come la Convenzione dell’Aja (dalla città Olandese nella quale è stata firmata).

La convenzione dell’Aja sigla un accordo internazionale sulla protezione dei minori e sulla cooperazione in materia di adozione internazionale, che vincola gli Stati firmatari, sia di origine che di accoglienza del minore, a rispettare delle procedure operative rigorose nello svolgimento delle pratiche adozionali, allo scopo di arginare il triste fenomeno del mercato dei bambini.

Solo nel nostro paese, e solo nel 2014, i casi di sottrazione internazionale di minore seguiti dal Ministero sono ben 231, di cui 77 riguardano casi di minori scomparsi.

La Farnesina ogni anno si occupa mediamente di 100 bambini che spariscono senza lasciare traccia e i casi possono riguardare:

  • Sottrazione parentale nazionale e internazionale
  • Rapimento
  • Fuga da casa / istituto
  • Minori stranieri non accompagnati.

Il 45 % dei bambini scomparsi è riconducibile alla prima tipologia, ovvero alla sottrazione parentale.

Numerosi gli avvistamenti che giungono soprattutto dalla Romania, dal 2009 ad aprile 2015 sono state oltre 1200 le segnalazioni.

Spesso storie simili vengono riportare dai giornali o dai programmi tv, uno su tutti il caso di Stefano Liberato che ormai da anni cerca di riportare in Italia suo figlio Alexander, portato a Bucarest dalla madre.

Proprio tra pochi giorni si svolgerà a Milano l’udienza per un caso simile, una madre fuggita a Sofia con la bambina e indagata per il reato di sottrazione di minore sia in Italia che in Bulgaria.

Cosa fare in questi casi? Quali sono gli strumenti di tutela previsti nel nostro paese? Qui di seguito vi segnaliamo il link del sito del Ministero della Giustizia, nel quale è riportata una guida completa, esaustiva ed aggiornata sull’argomento, dove vengono riportati anche consigli utili per prevenire tale fenomeno, strumenti che riteniamo sia utile conoscere.

https://www.giustizia.it/giustizia/it/mg_2_5_10.wp#r1v

Solo i funzionari delle autorità centrali, del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e gli avvocati abilitati sono autorizzati ad attivare le procedure previste dalla Convezione dell’Aja e le cosiddette “procedure di ritorno”.

Ciò nonostante, la collaborazione di un’agenzia investigativa può rivelarsi decisiva, questo soprattutto in una delle fasi della procedura, ossia la localizzazione del minore.

Spesso infatti, il vero problema che impedisce il ritorno in patria è la mancata individuazione del minore, poichè non si ha idea di dove possa trovarsi il genitore, oppure gli indirizzi noti e la residenza si rivelano falsi. In molti casi succede che i minori vengano iscritti ad istituti scolastici che poi effettivamente non frequentano, dunque non si sa veramente da dove partire, per poter almeno accertarsi delle condizioni in cui il minore vive, se è in salute, se viene accudito etc.

Le autorità italiane si coordinano con quelle locali al fine di garantire la localizzazione del minore, ma spesso questa fase è resa difficoltosa dal genitore che fa il possibile per non essere trovato, e il tutto si perde in lungaggini burocratiche ed in difficoltà di comunicazione tra le autorità, che non aiutano ad ottenere il risultato nel minor tempo possibile.

Al contrario un investigatore privato, potendo operare in maggiore autonomia, potrà dedicare tutto il tempo necessario all’indagine e recarsi direttamente sul posto.

Se non si hanno molte informazioni sulla vita all’estero del coniuge, verranno fatte delle ricerche approfondite per individuare degli indizi dai quali poter partire, escludendo quelli che si rivelano inutili e agevolando così il lavoro delle autorità alle quali il genitore saprà anche dare maggiori informazioni.


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